I radioamatori e l'antenna.

 

I RADIOAMATORI E L’ANTENNA. Fra noi e il cielo: come iniziare...

Articolo dedicato a tutti i Radioamatori neòfiti e, per tutti loro, all’amico e collega Robertino, IZ4YKR

Le considerazioni che seguono sono per i radioamatori neòfiti che, per motivi di residenza in condominio o di vicinato o per ragioni di  spazio, debbono affrontare le difficoltà iniziali di una installazione d’antenna derivanti appunto dai vincoli di vicinato : chi è da solo ed abita in campagna, magari  in mezzo a un campo o in cima a una collina in una casa di proprietà non ha certamente problemi ad installare senza limitazioni ne’ vincoli tutte le antenne che vuole, e non ha bisogno piu’ di tanto di consigli.

L’antenna è l’ anello di congiunzione fra noi Radioamatori (e non soltanto) e il cielo, fra noi e il resto del mondo, quindi l’elemento piu’ importante della nostra stazione, per certi versi piu’ importante ancora dello stesso RTX.

Uno dei problemi maggiori per il nuovo Radioamatore che voglia iniziare la propria attività “on the air” è pero’ proprio l’antenna, e questo per svariati motivi : mancanza di idee concrete su come cominciare e cosa installare, costi, possibilità logistiche di installazione, visibilità dell’antenna e temuto ostracismo da parte dei condòmini, paura di essere tacciati come attira fulmini, disturbatori di TV o danneggiatori della salute pubblica, magari anche mancanza di contatti o di conoscenze con colleghi OM od amici che possano dare consigli e anche una mano per la prima installazione, ecc.

Per non dire di eventuali “resistenze interne” da parte di YL o XYL varie che possono osteggiare la nostra attività, aspetto questo che e’ talvolta il primo e più importante ostacolo da rimuovere.

Andando con ordine, penso però che il primo ostacolo che il neòfita Radioamatore deve superare non sia esterno ma interno, ossia di natura psicologica : prima di convincere gli altri e di iniziare ad affrontare i probabili ostacoli che in misura maggiore o minore sorgeranno in futuro dobbiamo innanzitutto  convincere noi stessi che abbiamo tutto il diritto, la volontà, la “spinta” e la determinazione per intraprendere un’ attività che è si un hobby ma anche e soprattutto una cosa utile culturalmente, socialmente e tecnicamente, una cosa bella che ha un suo valore intrinseco e che merita di essere coltivata, diffusa, compresa, comunicata e fatta conoscere all’esterno e tramandata alle nuove generazioni come un piccolo grande patrimonio : senza retorica, un Valore con la “V” maiuscola.

Soprattutto  in un mondo e in un tempo come il nostro in cui, a parte la fin troppo nota crisi ed assenza dei valori in generale, si sta diffondendo un’ assurda e contraddittoria pseudocultura tecnologica (ma sostanzialmente antiscientifica) che vede abbinati un utilizzo esteso e massivo di strumenti di alta tecnologa avanzata (pensiamo soltanto ai vari tipi di apparecchi per la telefonica , I-pad, I-phone e altre diavolerie ovviamente “touch screen” di cui personalmente non  conosco neanche il nome) alla più totale e profonda ignoranza dei fenomeni fisici e dei princìpi di funzionamento che stanno dietro e dentro questi strumenti, nonche’ delle leggi fisiche che li governano.

Ma torniamo all’ antenna, e ai problemi del nostro radioamatore ai suoi primi passi.

Assunto che la spinta interna e la determinazione per intraprendere l’ attività ci siano (diversamente, in aria non ci si andrà mai) mi sento di dare qui alcuni semplici consigli, che penso possano aiutare il principiante a fare il piccolo grande salto dal “pensare e desiderare” di fare Radio al “fare” radio veramente.

 

- INFORMARSI E DOCUMENTARSI

Senza la pretesa di voler diventare degli esperti o dei Legali delle Radiocomunicazioni è innanzitutto necessario documentarsi sia sugli aspetti legali e normativi del cosiddetto “diritto d’antenna” che su quelli di tutela della salute e degli effetti della radiofrequenza : conoscere i nostri diritti e le normative che regolamentano la nostra attività, soprattutto in relazione agli aspetti legali ed assicurativi legati alle nostre installazioni ed alla tutela della salute è già un ottimo primo passo per acquistare la necessaria consapevolezza dei nostri diritti ma anche dei loro limiti, e dei nostri doveri.

- PARLARNE ED INFORMARE

Parlarne, soprattutto in casa e, se con qualcuno dei vicini si ha una certa confidenza o almeno contatti di buon vicinato, fare opera di informazione e di convincimento, fugando sul nascere i dubbi o le paure legate al’ ignoranza : che la radiofrequenza faccia male alla salute (anche se qualche evidenza oggettiva di danno cerebrale irreversibile è stato effettivamente documentato di recente nella letteratura medica come “Sindrome di Hanneds - Vignalsson”), che nessuno più riuscira’ a vedere i programmi televisivi a causa dei disturbi, che la malcapitata YL o XYL verrà privata delle attenzioni del proprio consorte a causa del suo invaghimento per la Radio [che di genere è pur sempre femminile], che si manderà a zero in breve tempo e sul lastrico il conto in banca di famiglia a causa di sperperi e spese per apparati e antenne, ecc.

Qui il consiglio è di spiegare le cose con calma e in modo documentato per come stanno realmente, se occorre più volte, puntando soprattutto a qualche vicino o condòmino di buon senso (sperando che ce ne siano almeno un paio) e soprattutto all’ amministratore di condominio, se non si ha la fortuna di abitare in una casa di proprietà. Importante e’ prepararsi bene, cosi’ da essere in grado di rassicurare e convincere chi ci sta accanto. Con tanta pazienza e prendendocisi tutto il tempo necessario, perche ’i concetti giusti debbono “passare” ed essere veramente ben assimilati ed accettati.

Evitare quindi le posizioni di forza e i conflitti di principio : anche se il Diritto d’antenna ci assiste le situazioni concrete hanno sempre mille sfaccettature e sfumature, e qualche aspetto che puo’ potenzialmente giocare a nostro svantaggio e ’sempre dietro l’angolo. Senza contare che andare a discutere e difendere in tribunale i nostri diritti in sede giudiziale, magari fra qualche anno con quel che durano le cause civili minori, non e’ certo il nostro obiettivo, anche se siamo certi di aver ragione. Quindi evitare lo scontro e mediare, negoziare, cercare di mantenere sempre aperto il canale della comunicazione e se necessario giungere anche a qualche compromesso rispetto ai nostri progetti iniziali, sempre in base al principio del “putòst che ggnènta, l’è mmèj putòst”,a meno di non essere disposti fin dall’inizio ad andare in causa civile. In questo modo sarà più probabile crearsi attorno degli alleati o quanto meno dei non oppositori, il che all’ inizio è fondamentale : un primo tentativo non ben preparato e stroncato sul nascere può portare alla sconfitta definitiva e all’insorgenza della “depressione del radioamatore”, facendo ritornare i nostri sogni nel cassetto da cui li avevamo tirati fuori.

Ottimi riferimenti e documenti predisposti per concretizzare operativamente sia l’ auto informazione che la comunicazione sono quelli messi a disposizione dagli amici Giuseppe IZ4ORF e Vittorio IK4CIE, che ringrazio pubblicamente.

- AGIRE

Per evitare di rinviare all’infinito le nostre decisioni, nel realizzare le fasi preparatorie descritte sopra è importante darsi un limite di tempo, oltre il quale si procederà senza indugio all’ installazione della nostra antenna, per semplice che sia. Una volta fatti i passi preliminari descritti sopra e’ necessario quindi valutare e procedere rapidamente, meglio se con l’ aiuto di amici OM più esperti, facendo prima almeno un sopralluogo con foto sul posto, quali sono le possibilità reali di installazione, ed agire. Quindi fissare una data in cui recapitare le comunicazioni ufficiali a condomini ed amministratore [sempre meglio per raccomandata AR] e, nel giro di un paio di giorni o tre (non di più) zompare sul tetto e realizzare l’installazione : mai lasciare ai vicini e condomini troppo tempo per pensare o trovare storie od obiezioni : teniamo presente che, se le nostre valutazioni preliminari sono state fatte correttamente, l’ installazione dell’ antenna e dei relativi cavi di discesa è un nostro diritto e non una concessione da parte di chicchessia.

- COSA INSTALLARE

Per chi inizia, è prezioso il proverbio parmigiano “putòst che ggnènta, l’è mmèj putòst” : piuttosto di niente, è meglio poco.

Quindi, a meno che non se  ne abbia la possibilità immediata e a colpo sicuro, non cullarsi all’ idea di mirabolanti direttive pluri elemento ma passare concretamente a metter su quel che si può : se c’è lo spazio e ci sono i punti di aggancio un semplice dipolo va benissimo : trappolato se si vuole avere qualche banda a disposizione, monobanda se ci accontentiamo di cominciare intanto con una banda sola (i 20 metri per esempio, banda regina).

In caso di spazi angusti in orizzontale o mancanza di punti di ancoraggio in basso per i dipoli consiglio di optare o per una verticale (ma c’è sempre il problema dei radiali e dello spazio necessario per questi, oppure c’è da affrontare il compromesso con le verticali accorciate e caricate del tipo “faccio tutto io” che, dal mio punto di vista, sono sconsigliabili) oppure, meglio, per un’antenna del tipo “cornuta”, che non necessita di punti di aggancio e che, almeno per le bande basse fino ai 30 metri esclusi, è di piccole dimensioni, leggera, realizzabile per autocostruzione con un paio di canne da pesca da 10 euro l’ una ed installabile su un palo leggero e non esageratamente alto, sia al tetto che a balcone, per chi ce l’ha al piano e nella posizione giusti.

Molto consigliabile è comunque l’ autocostruzione, sempre positiva di per se ma soprattutto “automotivante” : un minimo di fatica, di sforzo e di investimento di tempo libero lo si deve mettere in conto anche per l’ autocostruzione piu’ semplice, e l’ aver realizzato l’ antenna con le proprie mani è un’ ottima motivazione per poi installarla e farla funzionare : la cornuta può essere benissimo usata  anche come doppia canna da pesca con manico unico, ma una volta realizzata sarebbe meglio farle irradiare radiofrequenza (HI).

- COINVOLGERE GLI AMICI E GLI OM PIU’ ESPERTI, MEGLIO SE CON ATTIVITA’ DI GRUPO CORRELATE

Sia da un punto di vista psicologico che pratico è importante, per chi inizia, “portare all’esterno” la propria idea di installazione di antenna, parlarne con gli altri amici Radioamatori, proporre magari qualche iniziativa di gruppo come ad esempio, perché no, l’ autocostruzione stessa dell’ antenna, o la costruzione e la taratura delle eventuali trappole, o la pre taratura e le prove sul campo in esterno, meglio se abbinata a una scampagnata con beccata in compagnia annessa e connessa : il momento conviviale dopo le prove e’ una ottima occasione per scambiarsi idee, discutere soluzioni e fare progetti per il futuro. Insomma essere aperti e comunicativi, condividere problemi e soluzioni e non isolarsi nell’orto delle proprie difficolta’.

Spero, con queste note, di aver contribuito almeno un poco a dare un incoraggiamento e una piccola spinta a chi si trova a fare i primi passi con l’ installazione dell’ antenna, e da parte mia garantisco la mia disponibilita’ a dare ai novices la collaborazione e l’aiuto necessari con materiali, strumentazione, braccia per mano d’opera e quel poco di conoscenze e di esperienza accumulata negli anni,compatibilmente col poco tempo libero rimanente dal QRL e dagli altri impegni extra Radio.

Sono certo che la stessa disponibilita’ verra’ offerta anche da altri membri del nostro gruppo dissidente del WEDXC.

Paolo IK4PKK

 

 

 

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