Il contributo di Fermi all'elettronica

Enrico FermiLe nostre attività, l'elettronica e l'informatica in particolare, devono molto alla fisica, alla fisica nucleare e a Enrico Fermi.
La fisica richiede calcoli, specie la fisica atomica e nucleare, quest'ultima non troppo antecedente la realizzazione di primi elaboratori elettronici, prima analogici poi digitali.
Come non abbinare la fisica allo studio dei materiali, ai transistor, ai chip e alle proprietà atomiche della materia.

Forse quello che non tutti sanno, è che in Italia una forte spinta nella realizzazione degli elaboratori elettronici e le relative tecnologie, venne da Enrico Fermi.

Fermi, all'inizio degli anni 20 del secolo scorso, era l'indiscusso leader della Fisica italiana. Dopo la laurea a Pisa, sviluppò i suoi primi, e forse più importanti lavori, a Roma presso Istituto di Via Panisperna. Marconi, in qualità di presidente della Reale Accademia d'Italia, fra la fine degli anni '20 e l'inizio degli anni '30 fu una figura chiave nel decollo della fisica di punta Italiana.  Marconi delegò a Fermi l'organizzazione scientifica del convegno di Fisica nucleare di Roma del 1931.

Per tornare all'elettronica, nel 1954 l'università di Pisa disponeva di circa 150 milioni di lire (una bella cifra, per quel tempo) che si pensava di destinare alla costruzione di un sincrotrone, che per vari motivi non fu possibile realizzare. In quel periodo, Fermi era in Italia, nella sua ultima visita pochi mesi prima di morire, a Varenna sul lago di Como, per un convegno. A lui si rivolsero i dirigenti dell'università di Pisa per chiedere consiglio su come utilizzare i 150 milioni. Fermi suggerì la costruzione di un calcolatore elettronico, sconsigliando l'acquisto, anche per la necessità formare tecnici per questa nuova tecnologia.
Fermi formalizzò il suo suggerimento in una lettera al rettore dell'università di Pisa.

Fermi, imbattibile nei calcoli con il suo regolo, conosceva già bene l'importanza dei calcolatori elettronici, per la fisica e per il calcolo numerico, e già li aveva usati (si pensi al progetto Manhattan).

Calcolatirice Elettronica PisanaQuesto suggerimento portò alla realizzazione del CEP, Calcolatrice Elettronico Pisana. A questo progetto partecipa, almeno inizialmente, la Olivetti. Adriano Olivetti aveva la capacità di vedere lontano. Nel 1949 incontrò Fermi, in visita nei suoi stabilimenti, e certamente discussero dell'importanza dell'elettronica. Nel 1952  Olivetti istituì un laboratorio di elettronica negli stati uniti(New Canaan, Conn.), principalmente come osservatorio di questa importante tecnologia in veloce evoluzione.

 

Roberto Olivetti e Mario TchouNel 1954 Adriano Olivetti incontrò, negli Stati Uniti, Mario Tchou. Nato a Roma, figlio di un diplomatico cinese e laureato a Roma. Tchou, era in America per perfezionare i suoi studi. Olivetti lo convinse a ritornare in Italia e lo mise a capo del settore che avrebbe sviluppato i primi elaboratori di Olivetti. Si tratta della serie ELEA (ELaboratore Elettronico Automatico). I primi modelli 9001 e 9002 erano sostanzialmente prototipi, ma il  modello ELEA 9003 sviluppato fra il '57 e il '59, era il primo calcolatore elettronico commerciale completamente a transistori.

La necessità di un numero elevato di semiconduttori, con adeguate caratteristiche, portò alla fondazione nel 1957, con  Olivetti e Telettra, della SGS, Società Generale Semiconduttori.

ELEA 9003ELEA 9003 era innovativo non solo per l'uso dei transistori, ma anche per la concezione di soluzioni ingegneristiche e di design. Il suo costo era elevato, e quindi destinato solo a grosse aziende. Seguirono al modello 9003 altri modelli di fascia più economica. Di ELEA 9003 ne esiste ancora un modello funzionante presso un istituto tecnico toscano.

Purtroppo, le vicende Olivetti non aiutarono l'elettronica industriale italiana. La morte di Adriano nel 1960 e nel 1961 la morte dell'Ing. Tchou (in un incidente stradale), segnarono un brutto colpo. A questo si aggiunse una crisi economica che colpì anche la liquidità di Olivetti che, nel 1964, la costrinse a rivolgersi a finanziatori e banche. Fra questi, FIAT, IMI, Pirelli, Mediobanca. Il presidente della FIAT di allora, Valletta, sostenne che l'elettronica in Olivetti era un neo da estirpare.
E così fu. La Olivetti cedette alla General Electric il settore elettronico.

In questa transizione venne dimenticato un piccolo settore, capitanato da Giorgio Perotto che, quasi di nascosto, portò alla progettazione di quello che si può definire il primo personal computer del mondo: la Perottina, ufficialmente Programma 101. Ma questa è un'altra storia.

Intel 4004Giusto per informazione, Federico Faggin, dopo la  laurea in ingegneria, lavorò in Olivetti e fece i suoi primi studi sulla tecnologia MOS in SGS, per poi applicarli nella realizzazione di quello che è considerato il primo microprocessore: l'Intel 4004.

La SGS, dopo varie peripezie societarie, cessioni e acquisizioni è ora la ST Microelectonic, ad oggi una delle maggiori società mondiali di produzione di semiconduttori.


Se in tutto questo c'è una conclusione, ritengo sia che il genio italiano esisteva ed esiste, ma la lungimiranza e la visione dei politici e industriali italiani la si può definire un tantino (molto) scarsa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Dietro la decisione di

Ritratto di i4nkf

Dietro la decisione di abbandonare il settore elettronico, c'erano anche le spinte degli Stai Uniti che, attraverso l'ex ambasciatore Clare Boothe Luce, fecero pressione per la vendita del ramo elettronico di Olivetti (una simile pressione ci fu, da parte degli americani, per la liquidazione dell'Eni. Per fortunna, in qual caso alla guida dell'Eni c'era Enrico Mattei).

Fonte: IEEE Spectrum, giugno 2019

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I4NKF, Fabrizio

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